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COMITATO MODENESE PER L’ACQUA PUBBLICA

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Messaggio  Michele Dell'Orco 19/12/2009, 11:14


Rinnovo l'invito alle Liste Civiche della Provincia ad aderire al COMITATO MODENESE PER L’ACQUA PUBBLICA, che ha come interesse quello di fare rete tra le diverse realtà associative e politiche della provincia (adesso infatti è aperto anche ai gruppi politici) nel tentativo di avviare sotto un segno comune le iniziative ideate sul nostro territorio.
https://www.facebook.com/group.php?gid=116494734966&ref=ts

Tutto ciò senza obiettivi di coordinamento delle azioni dei singoli soggetti che ne fanno parte, ovviamente, ma solo di condivisione di conoscenze e di accordo su precisi punti programmatici, per realizzare poi azioni "comuni" verso la cittadinanza e verso i soggetti istituzionali.

Vi chiedo cortesemente di dirmi sì o no, in modo da poter dare una risposta al Comitato (oltre che per dare modo a me di sapere la vostra posizione).

Io da parte mia continuerò a partecipare, nei limiti della mia disponibilità di tempo, alle attività della rete di Liste civiche di cui già vi ho detto più volte (e che stanno aspettando anch'esse il documento del Comitato che vi sto allegando per potervi aderire), perché credo che sia una bella iniziativa da portare avanti.

Vi avevo già inviato la documentazione per avviare le richieste di modifiche dello Statuto Comunale nei consigli
http://www.acquabenecomune.org/spip.php?rubrique=246

Queste liste hanno già avviato queste azioni nei rispettivi Consigli. Mi piacerebbe sapere cosa avete in corso (a parte Bomporto, con cui sono già in contatto su questo tema), in modo da poter riferire anche alle altre liste civiche delle nostre attività.

ciao e buona domenica sotto la neve
lidia
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Messaggio  Michele Dell'Orco 19/12/2009, 11:15

DOCUMENTO ALLEGATO

L’acqua è un diritto e un bene di tutti, non una merce.
La sua gestione deve essere pubblica


L’acqua è fonte di vita, un bene comune da gestire, tutelare e conservare nell’interesse di tutti, della nostra e delle future generazioni. La salute individuale e collettiva dipendono dalla sua disponibilità e qualità. L’accesso all’acqua deve quindi essere considerato un diritto di ogni essere umano.

Da alcuni decenni, in Italia e nel mondo, attraverso la privatizzazione dei servizi acquedottistici e di depurazione, si sta cercando di trasformare questo bene di tutti in un bene economico al servizio del mercato e del profitto. Il pretesto è una presunta maggiore efficienza, efficacia ed economicità del privato rispetto al pubblico nella gestione dell’acqua, ma anche degli altri servizi pubblici. Le esperienze di affidamento a soggetti privati in corso in Europa e in molte provincie italiane dimostrano però il contrario e hanno prodotto solo innalzamento delle tariffe, diminuzione degli investimenti, aumento costante dei consumi, nessun miglioramento della qualità dell’acqua e degli altri servizi erogati ai cittadini. Per questi motivi un po’ in tutta Europa ci si sta ricredendo e si cerca di tornare ad una gestione pubblica dell’acqua e degli altri servizi locali. Il caso più clamoroso è quello del comune di Parigi che, dopo 25 anni di gestione privata, da parte delle due maggiori multinazionali del settore, Veolia e Suez, ha deciso di ripubblicizzare il servizio idrico integrato e di affidarlo dal 1 gennaio 2010 ad un ente di diritto pubblico, nel cui consiglio di gestione siederanno anche rappresentanti degli utenti e dei lavoratori.

In Italia, invece, per scelta del Governo, si continua sulla strada della privatizzazione. Un passo ulteriore in questa direzione è stato fatto con il Decreto Legge 135/09 - approvato definitivamente dalla Camera dei Deputati il 19 Novembre 2009 – il cui art. 15 detta nuove disposizioni in merito alla gestione dei servizi pubblici locali, in particolare erogazione e depurazione dell’acqua, ciclo dei rifiuti e trasporto locale.

L’art. 15 prevede:
- l’affidamento della gestione dell’acqua e degli altri servizi pubblici locali di rilevanza economica mediante gare a favore di imprenditori privati o di società di capitali in qualunque forma costituite, o in alternativa, direttamente a società a partecipazione mista pubblico e privata, a condizione che il partner privato abbia un ruolo operativo e detenga una quota del capitale sociale non inferiore al 40%;
- la cessazione degli affidamenti diretti a società totalmente pubbliche, controllate dai comuni, le cosiddette gestioni “in house”, alla data del 31 dicembre 2011;
- le società miste quotate in Borsa, come Hera, potranno mantenere i servizi affidati fino alla scadenza del contratto (2024 per Hera) solo nel caso in cui la partecipazione pubblica scenda a una quota non superiore al 40 per cento entro il 30 giugno 2013 e non superiore al 30 per cento entro il 31 dicembre 2015;; ove siffatte condizioni non si verifichino, gli affidamenti cessano;
- le gestioni “in house” non sono del tutto escluse, ma ad esse viene assegnato un ruolo del tutto eccezionale e residuale, risultando del tutto impraticabili per i vincoli e le autorizzazioni a cui sono sottoposte.
Le norme contenute nel Decreto Legge del Governo, convertito in legge dal Parlamento, sono state presentate come un necessario adeguamento della legislazione nazionale alla disciplina comunitaria. Si tratta di una motivazione pretestuosa: l’Unione Europea non ha mai chiesto la privatizzazione dell’acqua e degli altri servizi pubblici, anzi, con due diverse risoluzioni il Parlamento europeo (2004 e 2006) ha fatto proprio il principio che l'acqua è un “bene comune dell'umanità” e gli organismi dell'UE hanno a più riprese evidenziato che “alcune categorie di servizi non sono sottoposte al principio comunitario della concorrenza”, le autorità pubbliche competenti (Stato, Regioni, Comuni) hanno quindi la libertà di scegliere “se fornire in prima persona il servizio o se affidare tale compito a un altro ente (pubblico o privato)”. Una delle forme di gestione ammesse dalla legislazione comunitaria è proprio quella “in house”.

E’ un provvedimento inaccettabile che sottrae un bene indispensabile per la vita al controllo dei cittadini ed alla sovranità delle Regioni e dei Comuni , senza nemmeno preoccuparsi, in barba al tanto sbandierato federalismo, di interferire con ambiti legislativi di competenza delle autorità regionali e locali. Una scelta grave, compiuta nel silenzio mediatico e politico, con uno strumento, il Decreto Legge, da adottarsi solo in casi straordinari di necessità ed urgenza che, in questo caso, ha avuto, come unico fattore di urgenza, quello d impedire una discussione parlamentare approfondita e di rendere subito l’acqua non più un bene di tutti ma un patrimonio di pochi..

Per scongiurare la mercificazione dell’acqua non basta riaffermare il principio che le risorse idriche sono di proprietà pubblica: lo sono già in quanto beni demaniali inalienabili. Si deve invece riaffermare con forza la necessità di una gestione pubblica del servizio idrico integrato, perché il diritto all’acqua si realizza solo nella misura in cui si riesce ad usufruire di questo bene nella qualità e quantità necessaria, questo è possibile solo attraverso infrastrutture adeguate: chi le controlla e gestisce è il “padrone dell’acqua”, e non è indifferente che si tratti di un privato o di un ente pubblico.

Non bisogna rassegnarsi, ma continuare la mobilitazione per affermare il principio che la gestione del servizio idrico non deve avere scopo di lucro.

Per promuovere a livello locale la mobilitazione contro il tentativo di rendere l’acqua un bene sempre più privato noi, associazioni, forze sindacali, movimenti politici e singoli cittadini diamo vita al Comitato modenese per l’acqua pubblica.

Il Comitato si propone di:
- informare i cittadini sui rischi connessi ai provvedimenti assunti dal governo in tema di servizi pubblici e sui vari aspetti che riguardano la gestione e la tutela qualitativa e quantitativa dell’acqua nel nostro territorio;
- sollecitare la Regione ad aprire un conflitto di legittimità davanti alla Corte Costituzionale, perché il decreto sconfina in ambiti che sono di competenza regionale;
- chiedere alle forze politiche e al consiglio comunale del capoluogo e degli altri comuni della provincia di modificare gli Statuti comunali per inserirvi i principi che l’accesso all’acqua è un diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile con lo status bene comune pubblico e la gestione del servizio idrico integrato è un “servizio pubblico locale privo di rilevanza economica”, non rientrante tra i servizi pubblici interessati dalla nuova normativa, che sono solo quelli con “rilevanza economica”;
- aprire un confronto per affidare il servizio idrico locale, oggi gestito da Hera, ad un Ente di diritto pubblico, strumentale dell’Ente Locale (Consorzio tra Comuni, Azienda speciale, Azienda speciale consortile).

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Messaggio  Michele Dell'Orco 19/12/2009, 17:26

Michele Dell'Orco ha scritto:


Vi chiedo cortesemente di dirmi sì o no, in modo da poter dare una risposta al Comitato (oltre che per dare modo a me di sapere la vostra posizione).


lidia

gli do l'ok??
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Messaggio  Michele Dell'Orco 20/12/2009, 11:30

Michele Dell'Orco ha scritto:

Vi avevo già inviato la documentazione per avviare le richieste di modifiche dello Statuto Comunale nei consigli
http://www.acquabenecomune.org/spip.php?rubrique=246

Queste liste hanno già avviato queste azioni nei rispettivi Consigli. Mi piacerebbe sapere cosa avete in corso (a parte Bomporto, con cui sono già in contatto su questo tema), in modo da poter riferire anche alle altre liste civiche delle nostre attività.

ciao e buona domenica sotto la neve
lidia

possiamo fare qualcosa noi?
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Messaggio  Michele Dell'Orco 13/2/2010, 19:32

me l'ha girato la Lidia per e-mail:


----------
Modena, 10 febbraio 2010

Mauro Solmi fa il punto della situazione sulle iniziative in
corso del Forum Nazionale dei Movimenti per l’Acqua:
·
partecipazione alla riunione di coordinamento Nord Italia in programma sabato 20 febbraio a Bologna
(presenze certe Solmi, Castagnoli, Cappi, Bonaccorsi?)

·
manifestazione nazionale del 20 marzo a
Roma

·
raccolta firme per il referendum abrogativo (da
aprile a luglio), sul quale si sta aspettando la risposta della Corte
Costituzionale in merito alla correttezza dei quesiti posti dal Comitato
·
iniziative locali di comunicazione per
sostenere le due iniziative.


Si passa poi alla raccolta di informazioni sulle iniziative
svolte in Provincia da parte dei Consiglieri eletti di partiti politici/Liste
Civiche interessati alla modifica dello Statuto Comunale. Tale modifica impegna
i Comuni a dichiarare che:

·
l’Acqua è bene pubblico universale cui hanno
diritto di accesso tutti gli uomini;
·
la gestione del servizio idrico integrato è
un’attività priva di rilevanza economica;
·
verranno attuate azioni che contrastino quanto
previsto dal cosiddetto Decreto Ronchi.

Le info raccolte evidenziano iniziative già in atto o
comunque già programmate nei Comuni di: Modena, Sassuolo, Carpi, Vignola,
Spilamberto, Bomporto, Finale Emilia, San Cesario, Castelfranco Emilia,
Nonantola e Ravarino.

In altri Comuni gruppi di cittadini o liste senza
Consiglieri eletti hanno comunque dato il proprio appoggio a iniziative di
sostegno per la diffusione di informazioni sugli appuntamenti del Forum
Nazionale sopra ricordati.


Viene poi affrontato il tema di come calendarizzare sul
territorio provinciale gli impegni di comunicazione sul tema Acqua, e si è
valutata la possibilità di effettuare un’azione di comunicazione attraverso volantinaggio/affissioni e simili in
prossimità della manifestazione di Roma del 20 marzo, per poter così richiamare
partecipanti, o comunque l’attenzione dei cittadini verso tale iniziativa.


A seguire, in preparazione del referendum abrogativo, ovvero
nel periodo tra il 20 marzo e la metà di aprile, si ipotizza l’organizzazione di una o più conferenze
pubbliche
con la partecipazione di qualificati relatori ed esperti sul tema
(Oddi, Fazioli, Gaddi, Bersani, Zanotelli, ma anche Sindaci di comuni fuori
Regione che si sono opposti alla privatizzazione con azioni…).


Emilio Salemme, Presidente della Consulta per l’Ambiente di Modena, propone di
richiedere un’audizione con Stefano
Vaccari e Roberto Gasparetto (Direttore
HERA Modena) per una presentazione del piano industriale di Hera alla luce
della Legge recentemente approvata. La proposta è accolta favorevolmente.


Alcuni partecipanti si impegnano poi a cercare, all’interno
della propria rete di contatti, informazioni su esperienze locali di gestione pubblica del servizio idrico anche
fuori provincia.


La riunione si chiude alle 23,00
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Messaggio  aldosala 14/2/2010, 17:40

per quanto mi riguarda,sono d'accordo per difendere il diritto all'acqua.
e penso che pure i grilliformiginesi debbano fare parte del coordinamento,senza neanche chiederlo,mi sembra sottinteso.
spero sia questa la risposta alla richiesta o no?
in ogni caso io così l'ho capita.
ciao a tutti. ALDO
aldosala
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Messaggio  Michele Dell'Orco 4/3/2010, 12:21

Ripubblicizziamo l’acqua a partire dagli Enti
Locali : il servizio idrico integrato è un servizio pubblico locale
privo di rilevanza economica



Richiedi la modifica dello Statuto comunale e/o provinciale !

http://www.acquabenecomune.org/

il bello del sito è che ci sono già:
COMITATO MODENESE PER L’ACQUA PUBBLICA Puce una proposta di delibera d’iniziativa popolare,una proposta di delibera "tipo",

COMITATO MODENESE PER L’ACQUA PUBBLICA Puce una proposta di delibera "tipo"

COMITATO MODENESE PER L’ACQUA PUBBLICA Puce una proposta di modifica/integrazione dello Statuto Comunale o Provinciale


in base alle nostre possibilità /se abbiamo qualcuno in comune a cui chiedere, o se vogliamo fare la raccolta firme), possiamo decidere quale proporre.
Le altre liste civiche si stanno muovendo.....
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